Isola Maggiore : salvataggio di 22 ebrei, notte 19-20/06/1944 (2)
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Le testimonianzie
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Introduzione
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Nella sua ultima dichiarazione ufficiale, diceva Janet Kinrade Dethick :
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Ho preso conoscenza della diversa e ricca documentazione storica anche se non univoca, relativa alla vicenda intervenuta nella notte tra il 19/20 0 20/21 giugno 1944 a Isola Maggiore
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Dunque mi è sembrato interessante segnalare qualche storia e ne confrontare il contenuto.
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Prima testimonianza : il racconto da Sauro Scarpocchi
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Nel suo libro, “Diario di Bordo“, Sauro Scarpocchi presenta uno narrativo che non è di prima mano :
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Il giorno 18 giugno le forze alleate arrivarono a Sant’Arcangelo.
Giunta questa notizia Don Ottavio Posta prese una decisione.
Si mise a capo del paese e di notte fece una riunione con tutti gli uomini di Isola.
“Ragazzi, qui ci sono ventidue Ebrei che costituiscono un pericolo anche per noi, bisogna portarli via dove si trovano le truppe alleate.
Per fare la traversata con le barche a remi per oltre dieci chilometri, ci vogliono tre ore.Chi se la sente?”
Furono prescelti quindici uomini tra i più giovani…
… Questi ragazzi, con cinque barche, traghettarono i ventidue ex-internati verso la libertà.La notte prescelta fu quella del 20 0 del 21 di giugno.
All’arrivo a Sant’Arcangelo scesero dalle barche quindici pescatori e ventidue Ebrei, per un totale di trentasette persone, che evidentemente non potevano passare inosservati.
Trovarono i militari inglesi ad aspettarli con i mitra spianati.
Nessuno li aveva avvertiti di questo arrivo e fu un vero miracolo che non apprissero il fuoco.
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Seconda testimonianza : Agostino Piazzasi
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Il dottore Cialini ha rintracciato Agostino Piazzesi, uno dei quindici pescatori di questa spedizione eroica.
Ecco il racconto raccolto :
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Don Ottavio … un grande prete, un vero padre, riunisce tutti i pescatori e ne sceglie 15, i più forti, dando disposizioni precise, direi militari.
Gli ebrei, aIle 10.00 di sera, d’accordo con il responsabile del campo, un certo Lana, vengono fatti uscire dal castello e salire sulle barche presso il molo vicino al castello.
Su ogni barca ci sono tre pescatori rematori e tre ebrei come passeggeri, che vengono fatti distendere sul fondo della barca per non farli riconoscere.
La traversata dellago era a rischio, oltre che per il carico che trasportavamo, per i continui lanci di bengala degli aerei e per le successive mitragliate.
Le barche nella notte navigavano in fila indiana a distanza di circa cento metri una dall’altra.
Sapendo che la sponda Nord-Ovest del Trasimeno era in mani tedesche, il percorso era in direzione Isola Polvese.
Superata l’isola dalla parte di San Feliciano, puntarono verso Sant’ Arcangelo, sotta la Villa Valerio (già del conte Coutry), sede del comando inglese.
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Terza testimonianza : Lettera scritta a monsignore Vianello, vescovo di Perugia
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Nel suo libro, “Gli Ebrei di Isola Maggiore“, Janet Kinrade Dethick ha segnalato l’ esistenza, nell’Arcidiocesi di Perugia, di una lettera firmata da quattro degli ebrei salvati.
Ecco una gran parte di questa lettera come è presentata in questo libro :
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Desideriamo rendere nota a Vostra Eccellenza che don Ottavio Posta, parroco dell’Isola Maggiore sul Trasimeno, durante il periodo della nostra prigionia nell’isola per le leggi razziali, fu per noi di grande aiuto e conforto.
Quando il pericolo maggionnente incalzava per le minacce dei tedeschi contro di noi, egli con atto veramente patemo e generoso, non solo indusse gli isolani a trasportarci nella riva ove erano di già gli inglesi.
Ma lui stesso affrontà con noi il pericolo della traversata sul lago, sotto il tiro del cannone e delle mitragliatrici, dando un fulgido esempio ai suoi parrocchiani e meritando la nostra più profonda riconoscenza.
Saremmo assai grati a Vostra Eccellenza se volesse rendersi interprete con la sua alta parola verso il benemerito don Ottavio Posta della nostra gratitudine per il suo atto altruistico e di buon Pastore verso degli infelici oppressi da leggi mumane,
Ringraziando, porgiamo i nostri più reverenri saluti, anche a nome di tutti gli ex intemati, ora assenti da Perugia.
Bice Todros Ottolenghi,
Coen Giuliano,
Albertina Coen,
Livia Coen
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Conclusioni
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Le tre storie non lasciano dubbi circa il ruolo centrale di Don Ottavio Posta chi fu l’ispiratore e l’organizzatore di questo salvataggio.
La partecipazione eroica, rischiando la loro vita, di quindici pescatori dell’Isola Maggiore è anche confermata.
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Le differenze principali sono:
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1) la partecipazione fisica di Don Ottavio Posta nel la scappata sul lago ?
I due testimoni oculari affermano la sua partecipazione in questa spedizione pericolosa.
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2) il completamento del soccorso in una o due notti ?
Secondo il racconto di Agostini Piazzasi, la traversata si è svolta due sere di fila.
Di fatto, cinque barche e tre ebrei in ogni barca non avrebbero permesso di fuggire in una volta 22 volte i 22 ebrei !
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Merci de ce témoignage. C’est une chose de lire ou d’écrire un récit. C’en est une autre que de lire un témoignage direct !
Je n’avais pas encore fêté mes 6ans mais je faisais partie avec mes parents ce cette traversée
Mes souvenirs sont bien sûr très limités mais racontés par ma mère, qui vient de décédé à l’âge de 96ans et qui s’était remarié après la guerre avec Giuliano Coen ( décédé il y a 16ans) qui est un des signataires de la lettre de remerciement à Don Ottavio Posta que j’ai lue avec émotion.
Enfant j’ai connu les 2 soeurs Albertina et Livia Coen tantes de Giuliano
Curieusement je ne connaissais rien de Don O. Posta
Mon seul souvenir est celui de la traversée par une nuit très éclairée par la lune et notre arrivée chez les troupes anglaises
Harry Ascher Levi