Isola Maggiore, Isola del Libro : sabato 30 agosto 2014
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Programma
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Introduzione
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Se non l’abbia fatto, sarebbe utile di leggere prima :
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Il via è dato all’Isola del Libro ! agosto e settembre 2013
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E per ne sapere ancora più a proposito del secondo anno « Isola Maggiore, Isola del Libro », consigliamo di leggere anche:
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Isola Maggiore, Isola del Libro : nuova realizzazione nel 2014
Isola Maggiore, Isola del Libro : pesca « miracolosa » all’ Isola Maggiore
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Sabato 30 agosto
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Corsa all’anello di Narni
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Gli statuti della città di Narni, datati 1371, sanciscono definitivamente la nascita dei festeggiamenti per il santo patrono, Giovenale di Narni.
Festeggiamenti che erano già parte del passato di Narni sotto forma di antichi riti e giochi.
Per le vie della città, dal primo maggio, passava il banditore che annunciava l’inizio delle celebrazioni ludiche, sportive e religiose della festa.
La notte del 2 maggio si teneva una processione solenne per le vie di Narni fino a giungere nella cattedrale dove i signori della zona, unitamente alle varie corporazioni, facevano la loro offerta al santo patrono.
La « Corsa del Palio », oggi indicata nel programma della rievocazione come “corsa all’anello storica“, è una gara inventata nel 1969 aperta a tutti che si correva nel centro della città ed il premio, un palio di seta, aveva un controvalore di tre libbre d’oro (circa 20 soldi cortonesi).
La « Corsa all’Anello » è riservata ai soli cavalieri narnesi e consisteva nell’infilzare con una lancia, correndo al galoppo, un anello,tenuto sospeso da due fili sottili, del valore di circa 100 soldi cortonesi (circa 2 fiorini d’oro).
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Source : http://it.wikipedia.org/wiki/Corsa_all%27anello_di_Narni
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Ars Pallorium
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La prima edizione di questa gara di arte contemporanea si è tenuta nel 2005 à Narni.
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Mamma, ti posso parlare ?
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Ha qualcosa in più, questo libro autobiografico di Maria Grazia Proietti (San Paolo, 2013) rispetto ad altri usciti di recente in cui alcune madri raccontano il loro rapporto con i figli, speciali per qualche forma di disabilità.
In questo caso, infatti, Proietti — medico e madre anche di Michele — ci conduce nel suo legame con il secondogenito Matteo, affetto dalla sindrome di Asperger, inserendolo nella quotidianità di una vita personale e familiare allargata.
A volte la tentazione è quella di elevare una situazione particolare a unico parametro della narrazione, schiacciando sullo sfondo tutto il resto.
Invece Maria Grazia e Matteo si scoprono, si conoscono e crescono insieme tra equilibri domestici, contesti lavorativi e scolastici, amicizie, sorrisi e rabbia, malattie, tutto ciò, insomma, di cui è composta la vita di ognuno di noi.
Il risultato è un percorso — ordinario nel senso più profondo, bello e inusuale del termine — in cui non esiste il confine tra chi aiuta e chi è aiutato.
Tra chi è forte e chi è debole, tra chi accetta i cambiamenti e le trasformazioni, e chi invece non riesce a metabolizzarli. Tra chi è diverso, e chi no.
Ha qualcosa in più, il libro autobiografico di Maria Grazia Proietti Mamma, ti posso parlare? (San Paolo, 2013) rispetto ad altri usciti di recente in cui alcune madri raccontano il loro rapporto con i figli, speciali per qualche forma di disabilità. In questo caso, infatti, Proietti — medico e madre anche di Michele — ci conduce nel suo legame con il secondogenito Matteo, affetto dalla sindrome di Asperger, inserendolo nella quotidianità di una vita personale e familiare allargata. A volte la tentazione è quella di elevare una situazione particolare a unico parametro della narrazione, schiacciando sullo sfondo tutto il resto. Invece Maria Grazia e Matteo si scoprono, si conoscono e crescono insieme tra equilibri domestici, contesti lavorativi e scolastici, amicizie, sorrisi e rabbia, malattie, tutto ciò, insomma, di cui è composta la vita di ognuno di noi. Il risultato è un percorso — ordinario nel senso più profondo, bello e inusuale del termine — in cui non esiste il confine tra chi aiuta e chi è aiutato. Tra chi è forte e chi è debole, tra chi accetta i cambiamenti e le trasformazioni, e chi invece non riesce a metabolizzarli. Tra chi è diverso, e chi no. – See more at: http://www.osservatoreromano.va/it/news/mamma-ti-posso-parlare#sthash.r6JNqY1S.dpufHa qualcosa in più, il libro autobiografico di Maria Grazia Proietti Mamma, ti posso parlare? (San Paolo, 2013) rispetto ad altri usciti di recente in cui alcune madri raccontano il loro rapporto con i figli, speciali per qualche forma di disabilità. In questo caso, infatti, Proietti — medico e madre anche di Michele — ci conduce nel suo legame con il secondogenito Matteo, affetto dalla sindrome di Asperger, inserendolo nella quotidianità di una vita personale e familiare allargata. A volte la tentazione è quella di elevare una situazione particolare a unico parametro della narrazione, schiacciando sullo sfondo tutto il resto. Invece Maria Grazia e Matteo si scoprono, si conoscono e crescono insieme tra equilibri domestici, contesti lavorativi e scolastici, amicizie, sorrisi e rabbia, malattie, tutto ciò, insomma, di cui è composta la vita di ognuno di noi. Il risultato è un percorso — ordinario nel senso più profondo, bello e inusuale del termine — in cui non esiste il confine tra chi aiuta e chi è aiutato. Tra chi è forte e chi è debole, tra chi accetta i cambiamenti e le trasformazioni, e chi invece non riesce a metabolizzarli. Tra chi è diverso, e chi no. – See more at: http://www.osservatoreromano.va/it/news/mamma-ti-posso-parlare#sthash.r6JNqY1S.dpufHa qualcosa in più, il libro autobiografico di Maria Grazia Proietti Mamma, ti posso parlare? (San Paolo, 2013) rispetto ad altri usciti di recente in cui alcune madri raccontano il loro rapporto con i figli, speciali per qualche forma di disabilità. In questo caso, infatti, Proietti — medico e madre anche di Michele — ci conduce nel suo legame con il secondogenito Matteo, affetto dalla sindrome di Asperger, inserendolo nella quotidianità di una vita personale e familiare allargata. A volte la tentazione è quella di elevare una situazione particolare a unico parametro della narrazione, schiacciando sullo sfondo tutto il resto. Invece Maria Grazia e Matteo si scoprono, si conoscono e crescono insieme tra equilibri domestici, contesti lavorativi e scolastici, amicizie, sorrisi e rabbia, malattie, tutto ciò, insomma, di cui è composta la vita di ognuno di noi. Il risultato è un percorso — ordinario nel senso più profondo, bello e inusuale del termine — in cui non esiste il confine tra chi aiuta e chi è aiutato. Tra chi è forte e chi è debole, tra chi accetta i cambiamenti e le trasformazioni, e chi invece non riesce a metabolizzarli. Tra chi è diverso, e chi no. – See more at: http://www.osservatoreromano.va/it/news/mamma-ti-posso-parlare#sthash.r6JNqY1S.dpuf.
Source : L’Osservatore Romano – http://www.osservatoreromano.va/it/news/mamma-ti-posso-parlare
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Don Lorenzo Milani
1923 – 1967
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Sacerdote ed educatore, è stato il fondatore e l’animatore della famosa scuola di Sant’Andrea di Barbiana, il primo tentativo di scuola a tempo pieno espressamente rivolto alle classi popolari.
I suoi progetti di riforma scolastica e la sua difesa della libertà di coscienza, anche nei confronti del servizio militare, compaiono nelle opere Esperienze pastorali, Lettera a una professoressa e L’obbedienza non è più una virtù (questi ultimi due testi scritti insieme con i suoi ragazzi di Barbiana), nonché una serie importantissima di lettere e articoli.
A lungo frainteso e ostacolato dalle autorità scolastiche e anche da una parte di quelle religiose, don Milani è stato una delle personalità più significative del dibattito culturale del dopoguerra e la sua vita rappresenta ancora oggi una grande testimonianza di fedeltà nelle sua scelta di essere dalla parte degli ultimi.
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Nel libro “Lettera ad una professoressa“, giunge a rivoluzionare completamente il ruolo di educatore, denunciando la natura classista dell’istituzione scolastica italiana e proponendo nuovi obiettivi e nuovi strumenti che potessero concretamente andare incontro ai bisogni dei ceti meno privilegiati.
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Source : http://www.giovaniemissione.it/testimoni/donmilan.htm
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