Palazzo Benini Squarti Perla di Isola Maggiore (1)
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Le palais Benini Squarti Perla (1)
Isola Maggiore
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Pour nos amis francophones
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Le palais Benini est situé via Guglielmi, unique rue de l’ Isola Maggiore.
Il n’est pas accessible au public.
Cela explique que son histoire, par ailleurs fort intéressante, ne soit guère connue.
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Pour combler cette lacune, une version française de l’article ci-dessous sera publiée ultérieurement dans ce blog.
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Introduzione
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Il Palazzo Benini Squarti Perla che si trova via Guglielmi, è anche conosciuto con il nome di « Villa Fiorita ».
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Quindici anni fa, questo palazzo è stato oggetto di un decreto ministeriale.
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Qui sotto, il testo di questo decreto ministeriale è stata riorganizzata ( modifica dell’ordine di presentazione e aggiunta dei titoli ) per approdare a una più facile lettura.
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Il decreto di 7 luglio 1999
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Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha decretato che :
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« L’immobile denominato “Palazzo Benini Squarti Perla” sito in Tuoro sul Trasimeno (PG) cosi come individuato nelle prernesse e descritto nelle allegate planirnetria catastale e relazione storico¬artistica, è dichiarato di interesse particolannente importante ai sensi della Legge e viene, quindi, sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa ».
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La sua storia in breve
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Abitata dalla famiglia Benini da 1200
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La possanza dell’edificio era indicativa della potenza e dell’autorità sociale rivestita dalla famiglia Benini che sin dal 1200 l’abitava, come residenza di caccia, esercitandovi a tutt’oggi ininterrotta signoria.
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Dogana
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Il palazzo, perdurante il potere temporale dei Papi, era considerato l’ultima propaggine di territorio dello Stato della Chiesa.
Borghetto, primo paese al di là del lago infatti si trovava già nel Gran Ducato di Toscana.
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Per questo motivo, nei locali ancora chiamati canali e dogana, venivano per conto dello Stato esatti i dazi doganali di confine.
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Source : http://www.case-vacanza-italia.it/it/casa-vacanze/umbria/borgo-dogana-maneggio-ristorante-fattoria-didattica/7740
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I canali , locali interni all’edificio, evidentemente dal nome, una volta erano praticati con le barche che vero similmente ivi si fermavano per assolvere le forrnalità di frontiera.
Questa presenza all’interno della casa delle acque lacustri, non è che una conferma dell’andirivieni continuo verificatisi nel tempo dalle rive di un lago, mai stabile nei secoli come estensione e profondità.
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Lo stesso privilegio di poter riscuotere per conto dell’Autorità Centrale le gabelle è indicativo del prestigio che questa famiglia ricopriva all’interno della piccola comunità.
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Naturalmente i Benini, proprietari terrieri in Umbria e Toscana, padroni in Perugia di un magnifico palazzo ubicato in piazza del Drago, detentori di Jus patronatus in più chiese, colti e falcoltosi possidenti “ab immemorabile“, non esercitavano in prima persona l’esazione doganale ma ne demandavano nell’isola il compito a una famiglia di fiducia.
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Seconda stazione di Dogana Pontificia, trovavasi in terra ferma a Borghetto di Tuoro, sempre compresa nelle proprietà della famiglia Benini; il luogo ne ricorda ancora l’ufficio ivi esercitato, portandone il nome: località Dogana di Borghetto.
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Visita del papa Clemente XII
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La casa ha ospitato nel 1736 il Papa Clemente XII ( 1730-1740 ) dei Principi Corsini e mantiene intatta la stanza ove questi soggiornò.
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Si dice che in quell’occasione fu elargito per sovrana concessione anche un titolo nobiliare, dei quale pero nel tempo si è perduto l’originale brevetto.
Sua Santità, riconoscente verso la famiglia e in segno di tangibile sovrana benevolenza, consenti a questa di esercitare, un tipo particolare di pesca detta del « górro », di cui ancora la famiglia Benini conserva gli annuali contratti.
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Il górro era una rete lunga complessivamente (nella versione più recente a noi nota) circa 120 m.
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La pesca con la grande rete a strascico, detta g6rro, era consentita al Lago Trasimeno nel periodo compreso tra il 10 di settembre e il 30 di aprile.
Le continue proibizioni a cui questa rete fu soggetta dimostrano l’attenzione con cui venivano tutelati un tempo i fondali lacustri e il novellame, ma indubbiamente anche l’uso, magari discontinuo, che ne fu fatto..
Matteo dall’Isola nel1a sua Trasimenide del 1537 ne conferma l’utilizzo e l’efficacia.
Lo stesso geografo Bartolomeo Borghi ne fornisce, alla fine del Settecento, una dettagliata descrizione.Di norma, tra Sette e Ottocento i gorri utilizzati al Trasimena erano otto.
In un documento relativo alla prima metà del Seicento ne sono menzionati nove.
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I proprietari di queste grandi reti erano in genere possidenti del luogo o pescatori benestanti.Vengono segnalati tuttavia anche górri di proprietà dell’ Amministrazione del Lago.
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Nei primi anni del Novecento il numero di queste reti si riduce a cinque:2 ne aveva Isola Maggiore,
2 Passignano
1 Monte del Lago.
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I gorri di Passignano e dell’ Isola Maggiore furono gli ultimi a fermarsi nel corso degli anni ’30 del secolo scorso.
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Tale privilegio, rimasto operante durante il subentrato Regno d’Italia, fu revocato alla famiglia Benini con atto del barone Blasi di Statte, funzionario straordinario dei Regime Fascista.
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